martedì 29 novembre 2011

Sapore d'Irlanda

Correva l'anno 2007. Una deliziosa coppietta italiana atterrava a fine luglio in una piovosa Dublino per le vacanze estive. Inutile dire che la felice coppietta eravamo io e il maschio alfa che, dopo varie vicissitudini, eravamo riusciti ad organizzarci e a partire alla volta dell"Irlanda. Ancora adesso mi stupisco di come due tordi come noi possano tuttora riuscire a viaggiare senza perdersi, sbagliare mezzo di trasporto e accaparrarsi la valigia giusta!
Non potevamo noleggiare l'auto ma riuscimmo comunque a raggiungere Galway, sulla costa occidentale, grazie ad un lungo viaggio in autobus, e a partecipare ad alcune gite. Attraversammo una terra dove il verde è talmente brillante da abbagliare, o forse è solo il contrasto con il cielo perennemente coperto da nuvole grigie e pesanti; talmente spesse da sembrare quasi solide, come trovarsi sotto un gigantesco tendone. Pioggia, pioggia e ancora pioggia, tutti i giorni, a tutte le ore: avevo dei capelli talmente gonfi e crespi da sembrare un leone (ecco che si spiegano le mie crocchie perenni nelle foto di quella vacanza!).
Grazie ad una gita in pullman raggiungemmo le scogliere di Moher: un incredibile spettacolo della natura. La vista sull'oceano da un'altezza di più di 200 m era a dir poco mozzafiato: il vento freddo che mi sferzava il viso, mentre guardavo le onde più impetuose che avessi mai visto frangersi contro l'inamovibile scogliera, è il ricordo più vivido che ho dell'Irlanda. Rimanemmo un paio d'ore incantati a contemplare l'immensità di queste scogliere (che non sono nemmeno le più alte d'Europa ho scoperto poi!), camminando lungo il ciglio e ridendo di fronte alla piccolezza dell'essere umano a paragone.
Sulla via del ritorno il pullmann fece sosta in un minuscolo paesino sulla costa: una decina di edifici prefabbricati dall'aria alquanto triste, non fosse stato per la vista sul mare. Senza che ce ne accorgessimo fummo condotti all'interno di un deserto self-service dove pranzammo con lo stufato alla Guinness. Sarà stata l'esaltazione derivante dalla vista delle scogliere o la necessità di qualcosa di caldo dopo tanto freddo e vento ma quello fu sicuramente il più buono e incredibile spezzatino alla Guinness che abbia mai mangiato. Il gusto amarognolo della birra conferisce al piatto un sapore deciso e molto particolare. Provammo a mangiarlo anche in altri pub di Galway ma non c'era proprio paragone: quello dello sperduto paesino resta insuperabile. Il tocco segreto? Io credo fossero i semi di cumino che sono assolutamente sicura di aver percepito nello stufato!
Il resto della ricetta mi era ignoto ma cercando un po' qui e un po' là credo di essere riuscita a ricostruire abbastanza fedelmente quella meraviglia della gastronomia irlandese!

Stufato alla Guinness

STUFATO alla GUINNESS

Ingredienti (per 2 persone):
400 g spezzatino di manzo
50 g pancetta tesa a dadini
2 cipolle dorate
2 carote
1 lattina di birra Guinness (330 ml)
farina
miele
semi di cumino
1 foglia alloro
20 g burro
olio evo
2 cucchiai prezzemolo fresco tritato
sale, pepe
2 patate medie

Affettare a velo le cipolle e farle soffriggere, insieme alla pancetta, a fiamma bassa con il burro e 2 cucchiai di olio evo in un tegame a bordi alti. Togliere le cipolle con la pancetta e tenerle da parte in caldo. Infarinare i bocconcini di manzo e rosolarli  bene su tutti i lati nel fondo di cottura delle cipolle, a fiamma vivace. Una volta che lo spezzatino è leggermente brunito rimettere nel tegame le cipolle con la pancetta. Salare, pepare e aggiungere un cucchiaio di miele (indispensabile per neutralizzare il sapore altrimenti troppo amaro della birra). Aggiungere anche le carote raschiate e tagliate a fettine, la foglia di alloro e un cucchiaino di semi di cumino schiacciati. Sfumare il tutto con la Guinness, far riprendere il bollore e abbassare il fuoco al minimo. Lasciar cuocere coperto per almeno un paio d'ore, fino a che il sughetto non è diventato denso e cremoso e la carne è talmente tenera da sfaldarsi.
Nel frattempo lessare due patate intere per almeno un'ora, sbucciarle, schiacciarle bene e condirle con olio evo e poco sale.
Servire lo stufato caldo accompagnato da quenelle di patate lesse e una spolverata di prezzemolo fresco tritato. Sarebbe doveroso gustare questo stufato assieme ad una pinta di Guinness, peccato che qui in Italia abbia un sapore totalmente diverso (e peggiore)! Non a caso in una guida turistica ho letto che si dice il sapore della Guinness peggiori tanto più ci si allontana dallo stabilimento di produzione, a Dublino!
Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo al contest di My taste for food sulla cucina internazionale, per la sezione Europa

sabato 26 novembre 2011

My 7 links project

Di ritorno da un lungo e divertentissimo weekend a Londra, in compagnia di 2 ottimi amici, una delle prime cose che ho fatto (dopo aver ampiamente sbaciucchiato il maschio alfa) è stata dare una controllatina al mio blog: ho abbandonato la mia creatura per ben 4 giorni, e mi mancava!
Ho avuto non una ma ben 3 graditissime sorprese! Carla di Un'arbanella di basilico, Lory di La mia cucina e Sognando Dolcezze mi hanno invitata a partecipare al 7 links project, un giochetto che sta impazzando tra i blog di cucina. Ammetto che segretamente speravo che prima o poi qualcuno mi invitasse perché è troppo carino e l'idea di spulciare tra le mie vecchie ricette mi piace proprio!
Dunque raccolgo con immenso piacere l'invito ed ecco i miei 7 post:

Il post piu popolare: Senza ombra di dubbio la mia cheesecake al cioccolato bianco e cocco. Pur essendo relativamente recente è in assoluto la ricetta più cliccata. Tra l'altro so che è stata anche replicata da amici che ne sono rimasti entusiasti! Poi che posso dire?....Credo che la foto parli da sola: pur non sapendo fotografare questa torta mi era venuta davvero bene! Bella, buona e di successo!



Il post piu utile: Anche in questo caso nessuna esitazione: lo scettro va agli involtini di porro, scamorza e speck perché dedicati ad una buona causa. Anzi, la raccolta di Melagranata per i bambini di Rocchetta Vara  è ancora in corso per chi volesse parteciparvi. Spero davvero che questo mio post aiuti in qualche modo la cooperativa sociale Gulliver.


Il post piu controverso: Andando a ricontrollare tutti i post del mio blog mi sono resa conto che di post controversi ce ne sono piu di quanti immaginassi! Quello sulla frittata di vitalbe con cui mi sono quasi intossicata, quello sul chutney di ananas che vorrei modificare.... Ma la palma d'oro di post più controverso alla fine va al mio ultimo post, quello sulla torta Paradiso: mi ha fatto talmente arrabbiare il fatto che non mi sia venuta soffice soffice come volevo! Nonostante ciò l'ho pubblicata lo stesso perché la crema Rocher è sublime e per la prima volta mi sono lanciata sulla decorazione delle torte! Comunque per la prossima volta seguirò il consiglio di due amiche e userò una intera bustina di lievito! :-P


Il post il cui successo mi ha stupita: Rimango tutt'ora basita di fronte al successo delle mie polpette di tonno e zucchine: una delle ricette piu cliccate in assoluto! Si tratta di una ricetta inventata sul momento, per rimediare ad un mio precedente errore derivante dalla mia poca manualità (volevo fare le zucchine ripiene!), senza pretese, molto veloce e leggera, creata appositamente per essere portata a lavoro e per terminare delle zucchine che imploravano pietà dal frigo. Inoltre la foto è un orrore! Eppure a quanto pare sono piaciute. In effetti erano molto buone e hanno suscitato l'interesse degli altri commensali, pure a lavoro!


Il post piu bello: Difficile da dire: "Ogni scarrafone e bello a mamma sua!" Credo però che i muffin salati a forma di rosa facciano la loro porca figura, oltre a creare dipendenza. Talmente belli da sembrare finti! Inoltre rileggendo il post mi sono ricordata del simpatico episodio descritto e mi sono fatta 4 risate!


Il post di cui sono piu orgogliosa: Facile. Sicuramente quello sulla Fideuà che mi ha permesso di vincere il contest di Cucina etnica di Gianni! Rimasi veramente sorpresa ma ancora adesso quando voglio fare un po' la splendida tiro fuori il discorso della fideuà e del contest! :-P. Non solo orgogliosa ma anche vanitosa!


Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava: Ci sono stati molti post all'inizio che sono stati totalmente snobbati pur trattando di ricette tra le mie preferite ma all'epoca in pochissimi sapevano che avevo aperto un blog di cucina, perciò non ci feci caso. Più strano mi è parso che questi poveri crostini di salmone caramellato al limone, pubblicati la scorsa estate, siano passati così inosservati: a me sono piaciuti da impazzire e da allora questo è praticamente l'unico modo in cui cucino il salmone. Inoltre, considerando la scarsa qualità delle mie foto in generale, questa non mi sembrava nemmeno tra le peggiori! Eppure sembra non siano piaciuti. E allora io li ripropongo!


Giro questo simpatico giochetto a:
- Alessandra di Le pappe kitchen
- Laura di Zenzero e caffè
- Iaia di Iaia in cucina con semplicità
- Serena di Golosando...Serenamente
- Max di Il blog di Max
- Sorelle ai fornelli di Su le maniche
- Marcella di Marcella in cucina

giovedì 24 novembre 2011

Propositi paradisiaci

Sta per iniziare un momento molto caldo per me: ho un sacco di amici e parenti che compiono gli anni in questo periodo e a ognuno di essi mi piacerebbe preparare la torta che preferiscono. Mi sono già rimboccata le maniche: le idee ci sono, manca solo il tempo per realizzarle tutte!!!
Nelle ultime due settimane mi sono cimentata con le mie prime due torte farcite rispettivamente per il compleanno del nipotino e di mia mamma: torta Paradiso farcita con crema Rocher. Premetto che non avevo mai provato la crema Rocher ma è stato amore al primo assaggio: credo che, spalmata con questa crema, sia buona anche una ciabatta! Lo stesso non si può dire della torta che mi ha dato non pochi pensieri. Ricordavo di averla fatta svariati anni fa, seguendo la ricetta di un inserto di giornale, ed era venuta spettacolarmente soffice. Mi ripromisi di rifarla al più presto ma, come spesso accade, tra il dire e il fare... c'è di mezzo il mare. Tant'è che sono trascorsi anni! Il punto della questione è che sebbene sia una base più che dignitosa per accogliere la crema rocher, con me è stata un pò timida e non ha esibito la sofficità che ricordavo.
Per la prima torta ho dato la colpa al fatto che non avevo montato bene il burro: pur avendolo lasciato un intero pomeriggio fuori dal frigo non si era ammorbidito granchè e nella fase cruciale mi si è rotta una frusta elettrica (devo proprio decidermi ad accendere il riscaldamento!). Morale della favola: ho cercato di rendere cremoso il burro a mano, con il cucchiaio di legno. Forse sarebbe stato più semplice se avessi cercato di montarlo usando la telepatia! Infatti la torta è risultata un po' asciutta. Al secondo tentativo (per mia mamma) ho fatto ammorbidire bene il burro e l'ho lavorato per 5 minuti buoni con le fruste elettriche...niente! Stesso risultato della volta precedente. Grrrrrrrr!!!!!
Sia ben chiaro: non è che fosse dura come un panchetto ma non era come volevo. Certo è che non ho intenzione di arrendermi e prima o poi preparerò di nuovo una sofficissima torta Paradiso!

TORTA PARADISO alla CREMA ROCHER

Ingredienti:
(per la torta)
250 g burro
6 tuorli
3 albumi
120 g farina
120 g fecola di patate
200 g zucchero
mezza bustina lievito in polvere
1 bustina vanillina
sale
1 bicchierino di panna fresca (facoltativo)

Tagliare il burro a dadini e lasciarlo ammorbidire a temperatura ambiente. Montare il burro a lungo con una frusta elettrica (una decina di minuti) fino a che non diventa liscio e cremoso. Aromatizzare la crema di burro con la vanillina (o a piacere con la scorza grattugiata di un limone o di un'arancia). Unire i tuorli uno per volta amalgamando bene prima di aggiungere il successivo. Aggiungere lo zucchero e mescolare bene. A parte mescolare la farina, la fecola e il lievito e unire tutto al composto di burro. Se il composto diventa troppo denso e difficile da amalgamare unire lentamente qualche cucchiaio di panna fresca. Montare gli albumi con un pizzico di sale a neve ben ferma e incorporare lentamente all'impasto con movimenti dal basso verso l'alto. Versare l'impasto in uno stampo circolare di 24 cm imburrato e infarinato (o in uno stampo in silicone, come nel mio caso) e infornare a 170°C per 50 minuti. Sformare e lasciare raffreddare.

(per la crema Rocher):
250 g mascarpone
un bicchiere nutella
100 ml panna fresca
40 g granella di nocciole
mezza confezione wafer alla nocciola

Mescolare il mascarpone con la nutella e la granella di nocciole. Aggiungere i wafer sbriciolati. Montare la panna fresca e aggiungerla lentamente alla crema. Lasciare raffreddare circa mezz'ora in frigo e poi usare la crema per farcire la torta dopo averla tagliata a orizzontalmente.

Ho decorato la prima torta (chi indovina il nome del nipotino è bravo!!!) con crema rocher, lingue di gatto, nocciole intere e cioccolato bianco fuso con panna (usato per fare le scritte con una sac a poche).



 

La seconda torta, invece, l'ho decorata fondendo 100 g di cioccolato fondente con 100 ml panna fresca. Dopo aver ricoperto la torta con questa glassa e averla fatta freddare ho disegnato sulla superficie usando una sac a poche col beccuccio stretto riempita con cioccolato bianco fuso con qualche cucchiaio di latte e rum.


Non avrà l'aspetto di una torta di pasticceria ma io ne sono comunque molto orgogliosa, oltre al fatto che entrambe hanno riscontrato notevole successo tra parenti e amici!


Dato che queste ricette sono state preparate per festeggiare due compleanni, ne approfitto per festeggiare un altro compleanno, quello del blog Sapori e dolce vita e partecipare al suo giveaway.



Partecipo anche al contest di Una pasticciona in cucina!


e al contest del Molino Chiavazza sulle torte di compleanno

mercoledì 16 novembre 2011

Il sapore della semplicità

Siamo perennemente alla ricerca del nuovo, costantemente proiettati in avanti, verso l'evoluzione (o la rivoluzione?) che a volte ci dimentichiamo di ricordare. Invece è salutare fermarsi ogni tanto e guardare intorno, a volte anche indietro: si possono riscoprire delle meraviglie che non riuscivamo più a vedere pur avendole sotto gli occhi.
Quando mi sono imbattuta nei primi broccoli della stagione è stato amore a prima vista. La loro fine può apparire scontata ma il risultato è inarrivabile, secondo i miei gusti.
Io credo che nella semplicità di un piatto di orecchiette ai broccoli sia racchiusa l'essenza della cucina italiana e la vera rivoluzione è rappresentata dall'eccellenza delle materie prime di stagione. Così, per questo piatto, ho usato la pasta Benedetto Cavalieri, gentilmente inviatami da Atmosfera Italiana, i broccoli e l'aglio acquistati direttamente dal fido contadino al mio mercatino biologico preferito (che a livello di sapore non hanno niente a che vedere con quelli della grande distribuzione), il peperoncino colto direttamente dall'orto e un buon pecorino sardo. Tanto per ricordarmi che i grandi classici non passano mai di moda e sono molto apprezzati anche dal maschio alfa!

Orecchiette ai broccoli piccanti


ORECCHIETTE ai BROCCOLI PICCANTI

Ingredienti (per 3 persone):
250 g orecchiette Benedetto Cavalieri
300 g broccoli con le foglie
2 spicchi aglio
2 filetti di acciughe sott'olio
mezzo peperoncino fresco
Pecorino sardo semistagionato, 
olio evo
sale

Lavare i broccoli e separarli dalle foglie. Lessare le foglie in acqua bollente salata, insieme ad una punta di cucchiaio di bicarbonato, per circa 15 minuti, poi scolarle. Cuocere i broccoli a vapore per una decina di minuti. In una padella far soffriggere un paio di cucchiai di olio evo con i filetti di acciughe, il peperoncino a pezzi e gli spicchi di aglio sbucciati e schiacciati. Appena i filetti di acciuga si sono disfatti nell'olio aggiungere i broccoli e le foglie lesse spezzettati. Salare leggermente e lasciare insaporire alcuni minuti a fiamma vivace. A parte lessare le orecchiette in acqua bollente salata, scolarle al dente, poi aggiungerle ai broccoli. Mescolare bene tutto, far insaporire e servire con abbondante pecorino grattugiato.
Sarà che le orecchiette sono uno dei formati di pasta che preferisco, sarà che un condimento così semplice e rustico mi fa venire in mente casolari di campagna con focolari accesi e circondati da cipressi, ma ho avuto l'impressione di gustare una delizia d'altri tempi.
Buon appetito!


venerdì 11 novembre 2011

2 banane in coma

Ogni sabato mattina, al supermercato, immancabilmente vengono fuori gli istinti finto-salutisti del maschio alfa che ogni volta mi convince a comprare l'equivalente di un casco di banane, adducendo come motivazione che le mangerà tutte lui prima di andare all'allenamento. Considerando che praticamente è l'unico frutto che riesce a buttar giù non mi faccio mai pregare. Il problema è che una volta che il casco di banane è stato adagiato nel portafrutta, ma non è più così ben illuminato dai faretti del supermercato, sembra perdere parte del suo sex appeal, tanto che, con l'andare del tempo, prima dell'allenamento, il maschio alfa inizia a preferire altre vivande tipo pane e prosciutto!!! E io resto lì, solitaria testimone del lento decadimento delle povere banane: la buccia diventa prima gialla, poi compaiono quelle macchioline marroni che diventano sempre più grandi, fino a che non sembrano carbonizzate, se non fosse per la consistenza budinosa del loro interno.
"A me così non piacciono!"... "E te credo!" mi verrebbe da rispondere. Fatto sta che queste poverelle restano lì fino a che non decido di mangiarle io (magari frullate con il latte) o di farle pietosamente sparire nel cestino. Ma in cucina odio buttare via. E allora magari un dolcino? Solo che spesso, di ritorno da lavoro, stanca e coi capelli ritti, guardo la cucina senza nemmeno vederla e mi dirigo verso il frigo per qualcosa che non preveda l'accensione di fornelli e imbrattamento di mille tegami. In questi casi chi ce l'ha la voglia di preparare qualcosa extra-sopravvivenza? Il divano è così morbido e confortevole: mi attira come il canto di una sirena tanto che per diverse sere ho preferito desistere dal preparare il fantomatico dolce cui erano destinate le 2 sventurate banane che, nel frattempo, sono entrate definitivamente in coma. Stavo per buttarle quando mi sono imbattuta in questa ricetta: un plumcake con le banane e la cannella da fare con il mixer! Bello! Solo che...niente burro e la farina bianca non era abbastanza. Col cavolo che vado a far la spesa! Avevo la metà degli ingredienti previsti ma visto che la panna stava per scadere e in dispensa avevo un po' di avanzi  ho pensato bene di fare qualche variazione da vero Homo Oeconomicus: massimo risultato con il minimo sacrificio!
Voilà: un velocissimo, morbidissimo e profumato plumcake, con pezzettini di mandorla e cioccolato che lo rendono ancora più goloso.Un inno per tutti i golosi "accidiosi"!


PLUMCAKE PANNA e BANANE


Ingredienti:
2 uova
2 banane stramature
200 g farina bianca
60 g farina integrale
10 mandorle pelate
50 g cioccolato bianco
125 ml panna fresca
100 g zucchero
1 bustina vanillina
1 bustina lievito
cannella in polvere (per me un cucchiaino raso)
sale (un pizzico)

Mettere tutti, ma proprio tutti, gli ingredienti nel mixer, azionare alla massima velocità fino a che il composto non è omogeneo. Foderare uno stampo da plumcake con carta da forno e versare il composto ottenuto all'interno. Cuocere in forno preriscaldato a 180° C per 45 minuti. Sfornare, lasciare raffreddare e gustare a colazione, merenda, dopo pranzo....
Buon appetito!


Plumcake panna e banane

Con questa ricetta accidiosa partecipo al contest di Ely


al contest di Dolci ricette


e al contest di Dolci creazioni e non solo


Partecipo anche al contest di Una pasticciona in cucina


martedì 8 novembre 2011

Una ricetta per i bambini di Rocchetta Vara

Non si può restare indifferenti verso ciò che sta accadendo in Liguria (ma anche in altre parti d'Italia). Quando le forze della natura si scatenano non serve recriminare, non serve cercare colpevoli: per quello ci sarà sempre tempo. Quello che occorre davvero è rimboccarsi le maniche, limitare i danni e aiutare chi si è trovato al centro di questa tragedia. Non si può non preoccuparsi per chi ha perso la propria casa, non si può non sentirsi toccati da chi ha il cuore che piange. Non riesco nemmeno ad immaginare quale possa essere lo stato d'animo nel vedere la propria città, la propria casa, la propria vita spazzata via. Ci riguarda, riguarda tutti quanti perchè poteva succedere ovunque e a chiunque. In un caso del genere c'è bisogno di tutto l'aiuto possibile, sia materiale che morale, per far si che queste persone non si sentano sole e abbandonate.
Per caso mi sono imbattuta in questa iniziativa a favore della cooperativa sociale Gulliver di Rocchetta Vara (Sp) che gestisce due case-famiglia, di cui una è rimasta fortemente danneggiata dall'alluvione della scorsa settimana. L'idea è una raccolta di ricette che possa dare un pò di speranza e serva magari anche da punto di partenza per una raccolta fondi da destinare alla ricostruzione.



Per chi volesse effettuare una donazione questi sono i dati della banca della cooperativa Gulliver.


Anche se non basta spero almeno che il mio gesto, insieme a tanti altri, serva a qualcosa.
Una ricetta, un pensiero per dei bambini che non solo non hanno una famiglia ma, dopo l'alluvione, non hanno più nemmeno una casa.

INVOLTINI di PORRI, SCAMORZA e SPECK al FORNO

Ingredienti (per 2 persone):
2 porri grandi
100 g speck a fette sottili
150 g scamorza a fette
brodo
burro
sale, pepe nero

Lavare i porri ed eliminare le foglie verdi. Tagliarli a tochetti di circa 3 cm. Avvolgere ogni tocchetto di porro prima in mezza fetta di scamorza e poi in mezza fetta di speck. Ungere con il burro delle cocottine in terracotta (va bene anche una normalissima pirofila da forno) e adagiarvi gli involtini di porri: devono essere praticamente incastrati fra loro. Salare e pepare, poi irrorare ogni cocotte con alcuni cucchiai di brodo in modo che i porri in forno non brucino. Infornare a 200° C per 35 minuti. Servire caldi.


Involtini di porri, scamorza e speck al forno

Per la ricetta ho preso ispirazione da lei. E' un piatto caldo, saporito e allegro che spero possa portare almeno qualche minuto di serenità a chi lo assaggia.

lunedì 7 novembre 2011

Donna freddolosa vs yoghurt

E' mattina e fa freddo in casa. Mi alzo dal letto e rabbrividendo indosso la mia sexy-vestaglia pelosa che mi fa assomigliare a uno yeti lilla. Mi reco in cucina per preparami una fumante tazza di the. Certo che qualcosa da mettere sottto i denti non ci starebbe male...giusto per fare compagnia al the. Peccato che il regime di austerity autoimposto non mi consenta di comprare dolci: se voglio qualcosa di goloso me lo devo preparare! Come se bastasse questo per farmi perdere un paio di etti! Con un sospiro apro il frigo alla ricerca del pranzo che dovrò portarmi a lavoro e lo vedo... E' rimasto solo lui, l'ultimo di una lunga serie, amico fedele delle colazioni estive: così morbido, così cremoso, così dolce. Così freddo! Lo guardo e rabbrividisco ulteriormente: è in odore di scadenza ma non ce la faccio proprio a mangiare uno yoghurt mentre fuori piove!
Me ne vado a lavoro a stomaco vuoto e con pensieri allo yoghurt che frullano come le palline del lotto: perchè non mi va di buttarlo ma nemmeno di mangiarlo "nature".
Alla fine ho optato per la cosa piu semplice e sbrigativa da fare: i muffin! Ma quanto erano buoni (si, erano... sono gia finiti!): l'abbinamento vaniglia-zenzero e meraviglioso! E poi, per una volta, i muffin sono gonfiati a dovere ed erano una gioia per gli occhi, oltre che per il palato!


Muffin vaniglia e zenzero

MUFFIN VANIGLIA e ZENZERO

Ingredienti (per 9 muffin):
250 farina
125 g yoghurt vaniglia e zenzero
2 uova
100 g zucchero
100 g olio
20 ml latte
mezza bustina lievito
1 bustina vanillina
zenzero in polvere
2 cucchiaini di semi di papavero
sale

In una ciotola mescolare la farina, lo zucchero, il lievito, un pizzico di sale,  la vanillina e un cucchiaino di zenzero in polvere (in pratica tutti gli ingredienti "secchi"). In un altro contenitore mescolare gli ingredienti "liquidi": le uova intere, l'olio, il latte e lo yoghurt. Unire i due composti e amalgamarli velocemente. Riempire i pirottini da muffin per 3/4 circa. Io ho spolverizzato la superficie con dello zucchero semolato, tanto per far dorare un po' la superficie in forno. Infornare a 180° C per 20 minuti (fare comunque la prova stecchino).
Soffici e profumati, con tutti quei semini che danno vivacità, sono ideali abbinati a un the alla vaniglia... peccato che la pausa the non sia prevista a lavoro!
Come si può vedere dalla foto continuo a coltivare una insana passione per i pirottini dalle amene fantasie svedesi!
Buon appetito!




Dato che questi muffin sono aromatizzati alla vaniglia e zenzero andranno benissimo per il buffet di blog-compleanno di Vaniglia, zenzero e cannella

sabato 5 novembre 2011

5 Novembre

"Remember, remember,
the fifth of November
gunpowder, prison and plot,
a stike or a stake for king James's sake
will you please give us a fogget,
if you can't give us one,
we'll take two.
The better for us,
the worst for you."


"Ricorda per sempre il 5 Novembre,
il giorno della Congiura delle Polveri contro il Parlamento.
Non vedo perchè di questo complotto,
nel tempo il ricordo andrebbe interrotto!"

(V per vendetta)
 



Un presente alternativo, una Londra post-epidemia diventata il centro del mondo e governata da una folle dittatura militare: come se l'inquisizione e il nazismo si fossero fusi. In questo scenario si aggira, alla ricerca di vendetta, un uomo sfigurato che nasconde il proprio volto dietro la maschera di Guy Fawks, colui che il 5 Novembre 1605 tentò un attentato contro il Parlamento inglese. L'incontro con una giovane donna, Evey, che salva dai soprusi della polizia durante il coprifuoco sarà l'inizio di una complicità che cambierà per sempre le loro vite. Lei gli insegnerà ad amare, lui le farà scoprire quanto forte può essere una persona quando a guidarla sono gli ideali. Le insegnerà a non avere paura e a non piegarsi di fronte alle ingiustizie.
Un film che parla di manipolazione delle informazioni, corruzione di una classe dirigente dedita solo a potere e guadagno e di una popolazione inerme in cui lo spirito critico è stato sopito mediante un regime di paura.
Alla fine la verità emerge, V troverà la sua vendetta e solleciterà una presa di coscienza popolare, che segnerà la fine della dittatura e il preludio di inevitabili cambiamenti.
Ho amato questo film dal primo fotogramma: intenso e delicato tratta di temi purtroppo tristemente attuali che mi hanno dato molto a cui pensare.
Durante la permanenza di Evey nel "covo" di V c'è una scena in cui lui le prepara la colazione: l'ovetto nel cestino. Un piatto quasi banale nella sua semplicità e un classico della cucina inglese che, in questo caso, rappresenta un atto di ribellione dato che burro e uova sono ormai diventati alimenti di lusso destinati solo ai ricchi e potenti.


OVETTO nel CESTINO
 Ingredienti (per 1 cestino):
2 uova
1 fetta di pane in cassetta
una noce di burro
latte
sale, pepe

Sbattere un uovo in un piatto insieme ad un cucchiao di latte, sale e pepe. Praticare un foro circolare al centro della fetta di pane (io ho usato un bicchierino da caffè). Passare la fetta di pane nell'uovo da entrambi i lati. In una padellina scaldare il burro a fuoco basso e farvi cuocere 5 minuti la fetta di pane sgocciolata dall'eccesso di uovo. Prima di girare il pane occorre che la parte a contatto con la padella sia brunita. Una volta girata la fetta rompere l'altro uovo nel foro del pane. Salare, pepare e incoperchiare. Lasciare cuocere a fuoco bassissimo per 7-8 minuti. Servire immediatamente.


Ovetto nel cestino

Erano anni che sognavo di assaggiare l'ovetto nel cestino di V e oggi, 5 Novembre, in suo onore, l'ho preparato (anche perchè ormai è ben nota la mia folle dipendenza da uova!).

Concludo con una citazione tratta da "V per vendetta": I popoli non dovrebbero temere i propri governi: sono i governi che dovrebbero temere i propri popoli.

Con questa ricetta partecipo al contest di Piccoli..Semplici..Sapori


giovedì 3 novembre 2011

Il diavolo e l'acqua santa

Finalmente anche nella mia cucina è stata inaugurata la stagione della zucca! Ho scoperto questo delizioso ortaggio solo pochi anni fa: in casa dai miei non se ne era mai fatto uso ma io, che sono una curiosona (soprattutto quando si parla di mangiare), una sera me ne tornai ingenuamente a casa con una intera, bella grossa, e neppure un'idea per cucinarla. Preparai il risotto, la pasta con speck e zucca, i rosti, il carpaccio...Quello fu l'inizio del mio amore per la zucca.
Quella di oggi è una ricetta che ho pensato per gli ottimi spaghettoni Benedetto Cavalieri, gentilmente inviatami da Atmosfera Italiana per il nuovo contest "Pasta solo pasta".
Chi ha detto che dai contrasti non possa nascere qualcosa di straordinario? Cosa sarebbe il bianco senza il nero? O la luce senza il buio?
La ricetta di oggi gioca su forti contrasti di sapori: terra e mare, cremosità e croccantezza, colore e non.
La timida dolcezza della zucca si contrappone al gusto più deciso e piccante delle vongole, la semplicità e la passione. Una dicotomia di gusti e sensazioni che è stata capace di esaltarmi!

Spaghettoni con crema di zucca e vongole piccanti

SPAGHETTONI con CREMA di ZUCCA e VONGOLE PICCANTI

Ingredienti (per 2/3 persone):
250 g spaghettoni Benedetto Cavalieri
300 g zucca pulita
500 g vongole fresche (lupini)
mezzo limone
100 ml vino bianco
4 spicchi aglio
2 filetti acciuga sott'olio
un mazzetto di prezzemolo fresco
1 peperoncino fresco
olio evo
sale

Tagliare la zucca a dadini piccoli e stufarla in una padella con 3 cucchiai di olio per circa 20 minuti. Se in cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere alcuni cucchiai di acqua calda. A fine cottura salare leggermente e frullare con il minipimer fino ad ottenere una cremina omogenea.
Lessare per alcuni minuti in abbondante acqua bollente salata le vongole, insieme a mezzo limone. Preparare un trito molto fine con gli spicchi di aglio, il prezzemolo e i filetti di acciuga e fare soffriggere il tutto in un largo tegame con olio evo in quantità tale da coprire abbondantemente il fondo. Aggiungere il peperocino tagliato a fettine e dopo un minuto le vongole scolate dall'acqua di cottura. Salare e sfumare con il vino bianco a fiamma alta, poi abbassare e lasciare insaporire 5 minuti mescolando spesso.
Lessare gli spaghettoni Benedetto Cavalieri (occorrono 16 minuti, ma ne vale la pena!), scolarli e condirli con la cremina di zucca calda. Disporre nei piatti da portata e completare con le vongole e il loro saporitissimo fondo di cottura. Guarnire eventualmente con del prezzemolo fresco.
Un piatto che consiglio di provare....buon appetito!



Con questa deliziosa ricetta partecipo ai contest di:
- Meris

- Lady (che ho appena conosciuto)



 - sorelle ai fornelli


- Ramona


Il contest internazionale di ricette italiane al 100% di Menta piperita & Co.

martedì 1 novembre 2011

Ultime scorte di sole

Ci siamo di nuovo: il freddo del mattino, la nebbia, quel venticello gelido che si insinua tra i vestiti e fa rabbrividire. No...decisamente le stagioni fredde non fanno per me. Nonostante il calo delle temperature, due giorni fa, quando sono tornata da lavoro, ho dato una sbirciatina nell'orto e ho scoperto, accanto a finocchi e cavolo nero, che ancora resistevano un paio di piante di melanzane. Non solo! Attaccate alle piante si trovavano ancora alcuni di quei meravigliosi e turgidi frutti viola. Le ultime melanzane: emblema di un'estate che non c'è più. Poverine, chissà che freddo con quel ventaccio! Dalla mera contemplazione al saccheggio (naturalmente con il benestare dei legali padroni dell'orto!) il passo è stato breve. Ho cucinato la melanzana impanata in forno: una ricetta che ho copiato da mia mamma. Le aveva preparate una delle ultime volte che sono andata a mangiare dai miei genitori, lasciandomi letteralmente a bocca aperta (e pancia piena!); non le aveva mai cucinate in questo modo! Chissà dove ha preso la ricetta?!

MELANZANE IMPANATE al FORNO

 Ingredienti:
1 melanzana tonda
3 spicchi aglio
3 filetti acciughe sott'olio
una manciata di capperi sotto sale
prezzemolo
pangrattato
olio evo
sale, pepe nero

Preparare un trito abbastanza fine con l'aglio, un piccolo mazzo di foglie di prezzemolo, i filetti di acciuga e i capperi dissalati sotto acqua corrente. Aggiungere abbondante pangrattato, salare (poco) e pepare a piacere. Mescolare fino a ottenere una panatura omogenea. Eliminare il picciolo dalla melanzana e tagliarla a fette spesse circa un centimetro. Io ometto sempre il passaggio della salatura per eliminare l'amaro semplicemente perchè non l'ho mai fatto e mi sono comunque sempre piaciute da impazzire le melanzane. Impanare bene le fette di melanzana su entrambi i lati con il composto precedentemente preparato, facendolo aderire premendo leggermente. Disporre le fette di melanzana distanziate fra loro su una teglia rivestita di carta da forno e irrorare con un filo di olio evo. Cuocere in forno caldo a 180°C per una ventina di minuti: la panatura deve dorarsi. Servire calde guarnendo le fette con una fogliolina di prezzemolo fresco.
E' un contorno molto saporito che mi è piaciuto talmente tanto da promuoverlo a piatto unico, accompagnandolo con alcune fette di pane...diciamo pure che mi sono strafogata!
Buon appetito!

Melanzane panate al forno


Con questa ricetta partecipo al contest di Tina!