domenica 6 gennaio 2013

Luna

Era il 16 luglio 1969 quando, con uno spaventoso rombo, il razzo Saturn V veniva lanciato da Cape Canaveral lasciando dietro di sé un'infuocata scia di fumo. Destinazione: la Luna. Era la missione Apollo 11, la quinta fra le missioni Apollo con a bordo degli esseri umani. Non posso sapere cosa deve essere stato trovarsi lì, sulle gradinate appositamente allestite al Kennedy Space Center, ad osservarne la partenza. Immagino il silenzio carico di preoccupazione e aspettative durante il countdown, e il boato dei motori al momento della partenza, la nuvola di fumo che si propaga a terra e il terreno che trema. Alzare lo sguardo e vedere scomparire il razzo nel blu del cielo. Avrei voluto esserci. Davvero.
4 giorni dopo, il 20 luglio 1969, il mondo intero assisteva, in un attonito silenzio, allo sbarco del primo uomo sulla Luna. Celebri sono le parole di Neil Armstrong nell'istante in cui il suo piede toccava per la prima volta il suolo lunare: "Questo è un piccolo passo per l'uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità".
Forse per la prima volta nella storia del mondo ci siamo sentiti uniti. Forse per la prima volta nella storia del mondo non sono esistiti confini e non ci sono stati italiani o americani o giapponesi o congolesi, semplicemente terrestri. Forse. Mi piace pensare che sia stato così.
53 anni e spiccioli dopo mi trovavo lì, a Cape Canaveral, davanti all'edificio che, nell'immaginario collettivo, da sempre rappresenta il futuribile. E mi sono sentita veramente emozionata.

Ammetto che quando mi sono trovata davanti agli originali e bruciacchiati cimeli delle missioni spaziali ho avuto qualche perplessità: ma davvero l'uomo è riuscito ad arrivare (e tornare) incolume sulla Luna con una tecnologia inferiore a quella delle attuali lavatrici?
Che sia stato tutto un bluff? Il mistero permane ma è fuori dubbio che si è trattato di uno dei momenti più esaltanti della storia umana.

Dato che questi impavidi astronauti hanno avuto il coraggio di andare nello spazio dentro dei cassonetti a motore, anche io, finalmente, ho trovato il coraggio di provare la pavlova, che ho sempre considerato off-limits nonostante sia una folle amante delle meringhe: ricordo che da piccola ne mangiavo talmente tante da farmi venire il mal di denti! E ora che ho imparato, chi mi fermerà più? E' deliziosa e il contrasto con la freschezza acidula del mirtillo è assolutamente perfetto.
Un dolce ricco e voluttuoso, candido come la luna di cui ricorda le morbide e tondeggianti fattezze, con semplici mirtilli a rappresentare quelle zone d'ombra e quelle imperfezioni della sua superficie che sono state motivo d'ispirazione non solo per poeti, pittori, scienziati e ingegneri ma anche per semplici sognatori.



MINI PAVLOVE ai MIRTILLI

Ingredienti (per 8-9 pavlove):
125 g albumi
125 g zucchero semolato
15 g maizena
1 cucchiaio di aceto di mele
110 g zucchero a velo
Farcitura:
500 ml panna fresca
200 g zucchero a velo
mirtilli

Montare con le fruste elettriche (o con una planetaria) gli albumi. Quando gli albumi iniziano a diventare bianchi aggiungere lo zucchero semolato, un cucchiaio alla volta. Poi aggiungere la maizena e l'aceto e continuare a montare fino a che non si ottiene una massa gonfia, bianchissima e setosa. A questo punto aggiungere anche lo zucchero a velo setacciato e amalgamarlo molto delicatamente usando una spatola con movimenti dal basso verso l'alto. Foderare una teglia con carta da forno e riempire una sac-a-poche (bocchetta tonda più grande possibile) con il composto di albumi. Con tale composto formare sulla carta da forno delle specie di cestini con diametro di circa 10 centimetri, formando prima la base e poi le "sponde" della ciotolina. Cuocere i cestini di meringa per un'ora in forno preriscaldato a 90-100°C (non di più altrimenti scuriscono). Sfornare e lasciare raffreddare.
Montare la panna con lo zucchero a velo e utilizzarla per farcire i cestini di meringa (anche in questo caso io ho usato la sac-a-poche). Guarnire le mini-pavlove con mirtilli freschi e servire.
Buon appetito!



Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Sapori in valigia

7 commenti:

  1. Ahahaah un ottimo paragone direi.. hai avuto più coraggio tu di loro! E' favolosa.. ahahaha baci e buon lunedì :-)

    RispondiElimina
  2. Deliziosi questi dolcini Jeggy, dovrei provarli anche io perchè solo a guardare mi fanno così gola!! Complimenti :)
    un bacione cara e tanti auguri di buon anno

    RispondiElimina
  3. Ciao viaggiatrice! Un altro bel racconto, e che dolcetto, anche a me la pavlova attira e non mi lancio, quasi quasi copio da te... bacione a presto

    RispondiElimina
  4. Che post stupendo!!
    Un racconto davvero bello ed interessante ed un dolce delizioso, cosa volere di più?!? Grazie, grazie e complimenti ;-)

    RispondiElimina
  5. Che grande emozione devi aver provato in un posto fantastico come quello!!!! Ma anche la perfetta riuscita di queste deliziose mini pavlove non ti deve aver lasciato indifferente!!!
    Baci

    RispondiElimina
  6. Che emozione davvero!! E che brava, ti sono venute benissimo!!!!Buon weekend

    RispondiElimina

Dimmi cosa ne pensi!