sabato 29 marzo 2014

Voglia di coccole (involtini di carpaccio e agretti)

Mi capita di cenare da sola. Il maschio alfa, con i suoi innumerevoli impegni sportivi e musicali serali, mi abbandona a casa insieme alla gatta. A volte chiamo degli amici a casa, a volte vado a cena dai miei, a volte, semplicemente, resto a casa da sola. Potrebbe essere una buona occasione per buttarsi su del cibo spazzatura stravaccata sul divano davanti alla TV e invece, io che sono strana, cucino. Per me sola. Con tutta la calma possibile, in silenzio, senza nessuno tra i piedi tranne la gatta che, talvolta, rimedia pure qualche calcio involontario, poveretta. E' molto riposante considerando che, anche se lavoro prevalentemente da sola in una stanzetta e posso stare zitta tutto il giorno, è come se nella mia testa ci fosse sempre un esercito di scimmie urlatrici! Per una volta posso detenere il potere supremo del telecomando e decidere cosa guardare, fosse anche la più cretina delle commedie romantiche, mentre sto seduta a tavola ben apparecchiata gustando qualcosa che mi piace e che sia anche carino da vedere. Queste sono le mie coccole. Perchè no? Dopo l'insalatina di carciofi di qualche settimana fa ecco un altro piatto leggero, con un gusto fresco e delicato che probabilmente il maschio alfa non avrebbe apprezzato. Peggio per lui!
Finalmente è stagione di agretti e appena li ho visti al mercato mi ci sono fiondata. Due anni fa li ho proposti in una bella frittata, quest'anno li ho semplicemente avvolti in delle fettine di carpaccio di manzo e accompagnati con una salsina a base di senape e limone: l'ho trovato davvero un ottimo abbinamento; i sapori si legano grazie alla salsa (che "cuoce" leggermente la carne) ma restano comunque distinti e delicati.



INVOLTINI di CARPACCIO e AGRETTI

Ingredienti (per una persona):
1 mazzetto di agretti (o barba di frate)
3 fettine di carpaccio di manzo
1/2 limone
senape
olio evo
sale, pepe nero

Pulire gli agretti eliminando la radichetta finale (solitamente terrosa e rossiccia), lavarli bene sotto acqua corrente per eliminare eventuali tracce di terra e sbollentarli per 5 mihuti in abbondante acqua bollente salata addizionata di mezzo cucchiaino di bicarbonato. Scolarli e lasciarli raffreddare alcuni minuti. Formare dei mazzetti di agretti e avvolgere la parte finale in una fettina di carpaccio di manzo. Preparare la salsa emulsionando insieme il succo di mezzo limone, 3-4 cucchiai di olio evo, mezzo cucchaino di senape, poco sale e del pepe nero: lo si può fare usando un pimer oppure semplicemente shakerando un barattolino chiuso. Servire gli involtini con salsa a parte da versare a piacimento.
Buon appetito!


sabato 22 marzo 2014

La torta co' bischeri

Si narra che dalle mie parti, in terra toscana e più precisamente nella zona di San Giuliano Terme e Vecchiano, anni e anni orsono sia stata inventata una torta speciale. Una crostata, in realtà, ma talmente buona e particolare che è diventata un marchio registrato! Lo scopo era accogliere i pellegrini che si recavano a Pontasserchio per la festa dell'Ascensione (o SS. Crocifisso del Miracolo) nei giorni intorno al 28 aprile. Si tratta quindi di un dolce tipico del periodo primaverile e la farcitura è quanto di più goloso si possa pensare: riso, cioccolato, cacao, uvetta, liquore, pinoli e canditi....una delizia! La particolarità della torta sta però nei cosiddetti "bischeri". Se in Toscana il significato di tale parola è ovvio potrebbe non esserlo in altre regioni. Appellare qualcuno con "bischero" significa, in sostanza, reputarlo un ingenuo tontolone. Il termine proviene da una famiglia medievale fiorentina, i Bischeri, appunto, i quali si rifiutarono ripetutamente di vendere il terreno al comune su cui doveva sorgere il Duomo di Santa Maria del Fiore, allo scopo di far aumentare il prezzo. Alla fine il comune espropriò il terreno concedendo all'avida famiglia solo un piccolo indennizzo. Ecco perchè chi è bischero non è tanto furbo! E che c'entra con la pasticceria? In questo caso i bischeri sono dei piccoli coni che vengono modellati con l'eccedenza di pasta frolla che straripa dalla teglia. C'è chi dice che richiamino la forma fallica (e quindi il bischero sarebbe il marito cornuto!) e chi ritiene che i bischeri siano chiamati così perchè ricordano le chiavi con cui si accordano gli strumenti musicali. Ai posteri l'ardua sentenza anche se io propendo per la prima ipotesi, visto che in Toscana siamo tutti dei simpatici sporcaccioni! Addirittura, ogni anno, in provincia di Pisa, si svolge una gara in cui le signore competono per decretare chi è più brava a fare i bischeri!
Sapendo che mio babbo è un gran buontempone, oltre che un gran golosone, ho pensato bene di preparargliela per la festa del papà, in concomitanza con il suo compleanno. Guardando la mia torta coi bischeri so per certo che non avrei possibilità di partecipare alla gara sopra citata (la mia manualità continua ad essere ridicola) ma posso garantire sul sapore. Probabilmente i puristi storceranno il naso di fronte alle leggere modifiche che ho apportato ma ormai è andata così: niente canditi perchè non mi piacciono a meno che non siano di eccelsa qualità (e non ne ho trovati), grappa locale invece del liquore Strega. Il marchio registrato dice che per ottenere la torta originale si devono usare prodotti locali come i pinoli raccolti a San Rossore...i miei non so da dove venivano. Un'ultima precisazione: non confondere la torta cooi bischeri con la torta coi becchi, tipica della Lucchesia, farcita con verdure anche se pur sempre dolce!



TORTA COI BISCHERI 

Ingredienti per la frolla:
2 uova
450 g farina 00
60 g burro freddo
175 g zucchero semolato
1 bustina di vanillina
1 bicchierino di grappa (o altro liquore come rum o Strega)
1 cucchiaino di lievito

per il ripieno:
100 g riso da risotto non parboiled (per me arborio)
2 uova
80 g cioccolato fondente
150 g zucchero
50 g cacao amaro
pinoli
uvetta
1/2 bicchierino di grappa
cannella in polvere
noce moscata in polvere

Preparare la frolla: montare le uova con lo zucchero per una decina di minuti con le fruste elettriche. Aggiungere il burro freddo a dadini piccoli, la grappa e amalgamare. Aggiungere lentamente la farina mescolata al lievito e lavorare velocemente (io ho usato l'impastatrice per non far scaldare l'impasto). Avvolgere la pasta frolla in pellicola e far riposare in frigo almeno un'ora. Mettere un paio di manciate di uvetta in ammollo nella grappa per almeno 10 minuti. Bollire il riso per il tempo indicato sulla confezione in abbondante acqua aromatizzata con 1/2 cucchiaino di cannella e 1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere. Scolare il riso e rimetterlo subito nella pentola insieme al cioccolato spezzettato. Mescolare fino a che il cioccolato non si è sciolto. Aggiungere anche lo zucchero e il cacao continuando a mescolare, poi far freddare per una ventina di minuti. Montare le uova e aggiungerle delicatamente al riso. A questo punto aggiungere anche un paio di manciate abbondanti di pinoli e l'uvetta con la sua grappa. Omogeneizzare il composto e usarlo per farcire la frolla. Tenere da parte poca pasta frolla per la decorazione e stendere il resto con un mattarello su carta da forno fino a uno spessore di circa 3 mm: la superficie deve essere molto più ampia di quella della teglia (che con queste dosi non deve superare i 26 cm di diametro). Adagiare la frolla con la carta nella teglia (la mia è una tortiera rotonda da 23 cm di diametro) e farla aderire bene ai bordi. Farcire la frolla con l'impasto di riso preparato. Stendere la frolla tenuta da parte e ricavarne delle strisce da adagiare sul ripieno per fare la tipica crostata. Con la frolla che deborda dalla teglia modellare i bischeri incidendola diagonalmente e ripiegando la pasta su se stessa: la teoria è una cosa, la pratica un'altra, lo so! Infornare a 180°C per 75-80 minuti coprendo con carta stagnola in modo che i bischeri non brucino. Sfornare e lasciare raffredare completamente. Il giorno successivo è ancora più buona!
Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di "La cultura del frumento" sulle crostate regionali.




Con questa ricetta partecipo acnhe al contest sulle ricetteregionali di Kiara

martedì 18 marzo 2014

Dolce vintage (ciambella bianconera)

E' successa una cosa un po' anomala per me: mi sono svegliata con la voglia di dolce, anzi, DEL dolce, quello della mia infanzia, che ho mangiato una infinità di volte ma che non mi stancava mai. Mia mamma, che non è una grande pasticcera, sia per mancanza di tempo che poco spirito di avventura, preparava questo ciambellone continuamente e, in effetti, andava bene in ogni occasione: dalla colazione con una tazza di latte, alla merenda per accompagnare il thè, fino alla festa della scuola insieme ad un bicchiere di aranciata! Mi piaceva svegliarmi la mattina, nel weekend, e trovare una fetta della sua ciambella.
La collaudatissima ricetta proviene dall'enciclopedia di cucina di mia mamma, vecchia di 40 anni, con foto molto poco fashion e ricette che hanno il sapore di un tempo passato. Non vi si trovano ingredienti esotici o metodi di cottura alternativi: in questo caso solo uova, burro, farina, zucchero, latte, cacao e lievito. Nient'altro. Cose basilari, che tutti abbiamo in casa anche se non programmiamo di cucinare qualcosa in particolare. Forse non è un dolce prettamente dietetico ma è semplice, morbido, morbido che vien voglia di raccogliere col dito le briciole cadute sul tavolo.
Solo un problema: una fetta tira l'altra!
Certo, il trucco c'è anche in una torta così semplice e dopo alcuni tentativi, vecchi di almeno 10 anni in cui ho prodotto delle notevoli mappazze, ho capito che per avere la perfetta consistenza compatta ma morbidosa occorre montare a lungo le uova con lo zucchero e il burro. Per il resto si fa praticamente a occhi chiusi quindi è un buon punto di partenza anche per chi è alle prime armi.



CIAMBELLA BIANCO-NERA

Ingredienti:
250 g farina 00+quella per lo stampo
250 g zucchero
100 g burro+quello per lo stampo
3 uova
1 bicchiere di latte
2 cucchiai di cacao amaro
1 bustina di lievito

Fondere il burro a bagnomaria o nel microonde e lasciarlo intiepidire. Lavorare i tuorli con lo zucchero, poi aggiungere il burro fuso e montare con le fruste elettriche fino a che il composto non è chiaro e spumoso. Setacciare la farina con il lievito e aggiungerla poco alla volta al composto, intervallando con il latte, sempre mescolando con un cucchiaio di legno. Montare a neve ferma gli albumi, poi aggiungerli molto delicatamente all'impasto, con movimenti dal basso verso l'alto. Imburrare e infarinare uno stampo a ciambella e versare uniformemente sul fondo metà dell'impasto ottenuto. Aggiungere il cacao all'impasto rimanente e amalgamare bene. Versare nello stampo anche il composto al cacao, pareggiare la superficie scuotendo leggermente lo stampo e infornare in forno preriscaldato a 170°C per un'ora. Sfornare, fare la prova stecchino per verificare la cottura e rovesciare immediatamente sul piatto di portata. Lasciare raffreddare completamente prima di servire. Può essere cosparso di zucchero a velo; personalmente lo preferisco senza.
Buon appetito!




Con questa ricetta partecipo al contest di Aria

mercoledì 12 marzo 2014

Fine inverno (Tartare di pesce spada mediterranea)

L'inverno sta per finire. Lo capisco dalla frutta! Siamo entrati in quel periodo dell'anno in cui la frutta invernale, come mele, pere e arance, è ormai indiscutibilmente vecchia e insapore ma le primizie primaverili non sono ancora comparse sui banchi del mercato. La scorsa settimana mi è capitato di mangiare dei mandarini talmente rinsecchiti da farmi venire sete. Rassegati: questa è la giusta definizione. Una schifezza, tanto che ho deciso che fino a che non vedrò comparire le fragole mi limiterò alle banane e, forse, qualche kiwi. Nel frattempo aspetto: vedo le giornate allungarsi e qualche timido raggio di sole spuntare fra le nubi. Torna la voglia di freschezza e leggerezza, di colori vivaci, di vento fra i capelli.
La ricetta che propongo oggi non è proprio primaverile ma più estiva, però è talmente buona che la mangio volentieri in ogni stagione. Continuo sulla scia delle cruditè: dopo i carciofi e il tonno , la tartare di pesce spada.
Unica nota: attenzione al pesce. Per mangiare il pesce crudo occorre che abbia subito il trattamento del freddo in abbattitore per eliminare il rischio di contrarre l'Anisakis, una antipatica larvetta parassita che può trovarsi nelle carni del pesce. Non c'è molto da scherzare con queste bestioline. Per tale motivo, la cosa migliore da fare, secondo me, è acquistare del pesce da sushi, sicuramente già trattato (si iniziano a trovare nei banchi del pesce dei supermercati) o chiedere ad un pescivendolo di fiducia. Il congelamento del pesce fresco fatto in casa non scongiura il rischio dato che i congelatori domestici non scendono sotto i -12°C, mentre per uccidere l'anisakis è necessaria una temperatura di almeno -18°C per almeno 96 ore. Detto questo e prese tutte le opportune precauzioni, si può gustare una vera prelibatezza, facile e veloce da preparare!



TARTARE di PESCE SPADA MEDITERRANEA

Ingredienti (per una persona):
100 g polpa di pesce spada
10 capperi sotto sale
1/2 cipollotto fresco (di Tropea per me)
5 olive nere denocciolate
1 pomodorino secco sott'olio
olio evo
sale, pepe nero

Eliminare le parti scure dal pesce (se ve ne sono) e sminuzzarlo con il coltello piuttosto finemente (devono venire fuori dei cubetti abbastanza piccoli). Sciacquare i capperi sotto acqua corrente per eliminare l'eccesso di sale. Tritare il cipollotto insieme ai capperi, 4 olive e il pomodorino. Unire il trito al pesce spada e condire con sale, pepe e olio evo. Compattare la tartare in un coppapasta (o altra ciotolina di adeguate dimensioni) e rovesciarla nel piatto di portata. Guarnire con l'oliva rimasta tagliata a fettine e servire.
Buon appetito!

sabato 8 marzo 2014

Maschio alfa way of life (Tagliata di tonno orientale)

Il maschio alfa non si spoglia: i vestiti gli esplodono addosso. Entra in casa e....boom! Il giubbotto di sbieco sulla sedia. Boom! Lo zaino accartocciato sul divano. La deflagrazione più eclatante, però, avviene in camera. BOOOOOM!!! Un inestricabile groviglio di jeans, maglie, camicie e calzini che occupa metà del pavimento libero della stanza. Sospiro. Potrei riordinare...potrei, ma non ho nè tempo, nè voglia e non è nemmeno giusto. Opto per una ritirata strategica nella vana speranza che si materializzi un elfo domestico, come in Harry Potter, o che almeno qualche mago strampalato mi doti di pratica bacchetta magica!
Ci sono poi i pasti itineranti: perchè sedersi a tavola con piatti, posate e tovaglia quando si può mangiare con le mani, in piedi, passeggiando per casa? Non so dire se si tratta di fanatismo nei confronti dello Street Food o se pensa che ciò che sgranocchia in piedi non rientri nel conteggio calorico. Un'attenta osservazione del soggetto mi ha portato a concludere che gli piace un sacco smangiucchiare in questo modo quanto di più friabile e sbricioloso ci possa essere, come biscotti, cracker, pane e patatine, tanto che il pavimento di almeno 3 stanze risulta spesso forsennatamente cosparso di briciole di vario tipo e in quantità tale da poter sfamare un esercito di galline!
Quando esco di casa di corsa, al mattino, facendo finta di non vedere l'imperante casino in cucina, mi riprometto "si, stasera pulisco tutto quanto" e sono già stanca al solo pensiero. Poi, una sera, torno tardi da lavoro, stanca e abbrutita, e... la magia: tutto pulito, persino il tavolo di vetro che è sempre un incubo di aloni. No, non è stato l'elfo domestico che speravo ma il maschio alfa che, ogni tanto, in modo del tutto imprevedibile, decide che è il momento di pulire. Non perchè è la festa della donna. Sollievo.
Come faccio a non cucinargli qualcosa di speciale? Purchè sia veloce e non sporchi troppo, onde evitare di tornare al punto di partenza!
Meraviglioso tonno fresco. Appena scottato. Una sottile crosta croccantina e un tocco orientale. Facile. Veloce. Eccezionale (per chi apprezza il pesce semicrudo).
Buona festa della donna a tutte voi che passate di qui! Ve la meritate. Ce la meritiamo!



TAGLIATA di TONNO ORIENTALE 

Ingredienti (per 2 persone):
 2 fette alte di filetto di tonno fresco da circa 150 g ciascuna
olio di semi di sesamo
pangrattato
1 cucchiaio semi di sesamo
1 cucchiaino semi di papavero
sale, pepe nero
salsa di soia

Preparare la panatura per il tonno mescolando 2-3 cucchiai di pangrattato con i semi di sesamo (per me neri, souvenir di Tokyo) e di papavero, una presa di sale e del pepe nero. Spennellare le fette di tonno con olio di sesamo, poi mpanare bene su ogni lato le fette di tonno con la panatura preparata. Scaldare una padella antiaderente a fiamma alta (non c'è bisogno di olio) e quando è bollente adagiarvi le fette di tonno ben stese. Scottare un paio di minuti per lato e, tenendo la fetta con una pinza, abbrustolire appena anche i bordi. La panatura deve dorarsi appena. Prolungare il tempo di cottura solo se si desidera che il pesce sia più cotto (a me piace praticamente crudo) ma attenzione a cuocerlo troppo: perde la sua naturale morbidezza. Quando è ancora caldo tagliarlo a fette usando un coltello a lama piatta, irrorarlo con qualche goccia di salsa di soia per dare sapidità e servire immediatamente, magari accompagnato da una fresca insalatina.
Buon appetito!

mercoledì 5 marzo 2014

Il gatto-Swiffer (Insalata di carciofi, rucola e grana)

Ammetto che negli ultimi tempi non ho fatto altro che lamentarmi delle marachelle della nuova coinquilina pelosa, facendo addirittura passare in secondo piano il maschio alfa che, spero, non si senta trascurato. In realtà avere un gatto che si aggira in casa sta comportando anche degli inaspettati risvolti positivi. La sua capacità di intrufolarsi negli angoletti più angusti e nascosti, dietro il televisore, ai vari lettori DVD, DVX, Xbox e persino sotto i mobili, mi sta risparmiando le acrobazie e la fatica di spolverare in quegli inaccessibili anfratti che ogni casa possiede. In pratica, mentre la pelosetta gioca, funziona anche da raccogli polvere! Quando riemerge con i baffi e le zampette polverose basta scuoterla un po' (delicatamente...non effetto shaker!), spazzare e il gioco è fatto!
Stai a vedere che ho trovato un metodo rivoluzionario per le faccende di casa!
Mentre Kiki spolverava io mi sono dedicata alla preparazione di una cenetta in solitaria: se il maschio alfa non c'è posso prepararmi tutto quello che lui non mangerebbe mai ma che a me piace da morire! Per l'appunto mamma dice che è periodo di carciofi i quali, guarda caso, non piacciono al solito maschio. E quindi carciofi siano, anche se rigorosamente crudi, come piacciono a me (d'altronde dovevo compiacere solo me stessa!)!



INSALATA di CARCIOFI e RUCOLA con GRANA

Ingredienti (per 1 persona):
1 carciofo tenero e possibilmente senza fieno (fatevi consigliare dal fruttivendolo come faccio io)
rucola
1 limone
Grana in scaglie
olio evo
sale, pepe nero

Pulire il carciofo eliminando le foglie esterne più dure, poi tagliare la parte alta per eliminare la parte appuntita. Strofinare le estremità tagliate con una fettina di limone in modo che non anneriscano. Tagliare a metà il carciofo nel senso della lunghezza ed eliminare il fieno interno, poi affettarlo molto sottilmente e metterlo subito a bagno in acqua acidulata con il succo di mezzo limone. Lavare la rucola e spezzettarla a mano. Comporre il piatto ponendo al centro un mucchietto di rucola e disponendovi sopra le fettine di carciofo. Condire con olio evo, sale, pepe e il succo del limone rimasto. Guarnire con scaglie di grana e servire subito.
Buon appetito!